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A piedi per il quartiere: Piazza della Balduina

Roma 28 maggio 2020 (B’News/LF)
Dopo aver visto come sta andando la “ripartenza” del quartiere dopo il lungo periodo di “quarantena” nella parte “bassa” di esso, fino a largo Maccagno, parliamo ora di tale situazione nell’area di piazza della Balduina. Da queste parti mi sono recato dapprima da Le Peonie Lingerie, negozio di abbigliamento femminile in via Andrea Baldi 29, dove la proprietaria ha subito detto di essere arrabbiata per il fatto di aver dovuto tenere chiusa la sua attività per un periodo così lungo, mentre altri negozi, anche non di prima necessità, sono rimasti aperti, senza aver ricevuto un adeguato sostegno dallo Stato. Da circa un mese era attivo il servizio di consegna a domicilio, ma la titolare dice di aver ricevuto pochissimi ordini, e solo fra le clienti più affezionate. Già prima del vero e proprio “lockdown” si era iniziato a ridurre il numero di persone che venivano al negozio, che lei, comunque, ha tenuto aperto finché ha potuto, sperando non si arrivasse a dover chiudere. La proprietaria ha inoltre lamentato la scarsa chiarezza che vi sarebbe stata da parte del governo nel comunicare le disposizioni igienico-sanitarie da assumere per la riapertura, e il fatto che le sanificazioni del locale e l’aver dovuto acquistare mascherine e guanti per le clienti ha comunque un costo, che non le viene ripagato. Qui, infatti, si deve entrare uno alla volta, mantenendo il metro di distanza tra le persone, e, appunto, con mascherine e guanti, ma questi ultimi possono essere anche presi lì. Le prime impressioni della proprietaria dopo la riapertura non sono buone, perché le sembra che, finora, siano venuti in pochissimi, e auspica che, invece, ci si ricordi dei negozi di quartiere e si cerchi di sostenerli. Qui l’orario, per ora, è cambiato, in seguito all’ordinanza del Comune di Roma, per cui si apre la mattina alle 11 e si fa poi orario continuato fino alle 19.30, ma anche questo non favorisce granché l’afflusso di persone, perché alle 11, magari, inizia già a fare caldo per provarsi un vestito, e poi, nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde, non viene nessuno. Le previsioni non sono granché rosee, perché vi è, anzi, il timore che possano risalire i contagi di Coronavirus, e quindi si possa essere costretti a richiudere.

Sono quindi passato da Barley accessori moda, pelletteria a piazza della Balduina 20-21, rimasto anch’esso chiuso per quasi due mesi e mezzo, il cui titolare, però, ha riportato impressioni un po’ più positive, dicendo che, comunque, sta vedendo già un discreto passaggio di persone, quindi anche di clienti. Pure qui, chiaramente, vi sono alcune regole, come l’obbligo della mascherina e il distanziamento tra le persone, ma il proprietario ha detto che gli sembra che queste vengano abbastanza rispettate, e non vi sia granchè bisogno di ricordarle ai clienti.

Sempre a piazza della Balduina, sono poi entrato da Blog, negozio di abbigliamento al numero 54, che ha riaperto lunedì 18, ma non ha effettuato servizio a domicilio. Dopo la riapertura, l’afflusso di clienti è sembrato, finora, abbastanza basso, anche se, dice la titolare, non si sono mai fatti grandi numeri. Vi sono, anche qui, alcune regole, come il dover entrare con la mascherina, dover stare distanziati di almeno un metro e dover utilizzare i guanti per toccare la merce, e la titolare ha spiegato come i clienti, in parte, si attengano a tali disposizioni e, in parte, vadano anche esortati a farlo. Non vengono formulate previsioni, ma vi è comunque la speranza di non dover chiudere per la mancanza di clienti, come, dicono, è già successo ad altri negozi simili. 

Sono poi andato all’inizio di via Damiano Chiesa, dove, al numero 10, c’è il noto ristorante Capperi, che ha riaperto lunedì 18, dopo oltre due mesi, ma dove, già dal 4 maggio, era attivo il menù d’asporto. Per ora, però, si lavora molto poco, addirittura, dicono, al 10-20 per cento, ed è necessario, chiaramente, rispettare alcune regole, sia da parte dei camerieri, che devono sempre lavarsi le mani, sia da parte dei clienti, che devono arrivare con la mascherina, fornire il proprio nome e cognome e stare distanziati, a meno che non si tratti di persone conviventi. L’unica cosa che non è cambiata è l’orario, che, nel caso dei ristoranti, può rimanere quello di prima. Anche qui, il titolare non si sbilancia a fare previsioni: se, da una parte, vi è la speranza che si ritorni presto a delle condizioni simili a quelle di prima, quindi con un numero di clienti simile, dall’altra vi è la paura che la gente sia ancora timorosa nel volersi concedere un pranzo o una cena al ristorante e, quindi, si continui a lavorare su un numero di clienti così ridotto.

Luca Fiorucci
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